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Profughi, sindaci padovani a Roma Parlamentari veneti: "Le soluzioni restano hub o accoglienza diffusa"

I primi cittadini, guidati dal presidente della Provincia Enoch Soranzo, sono partiti, mercoledì mattina, alla volta della Capitale, dove sono stati ricevuti dal ministro dell'Interno per discurere dell'emergenza

Mercoledì mattina, un gruppo di 32 sindaci e 5 vicesindaci padovani, guidato dal presidente della Provincia Enoch Soranzo, è stato ricevuto, nella sala Zuccari del Senato, da una delegazione di parlamentari veneti. Nel pomeriggio, invece, l'incontro atteso con il ministro dell'Interno Angelino Alfano. La "calata su Roma", per illustrare le problematiche dovute alla gestione del problema profughi nel territorio euganeo.

LE RICHIESTE DEI SINDACI PADOVANI. All'incontro, i primi cittadini hanno indossato la fascia tricolore. Il presidente Soranzo, ribadendo la contrarietà di tutti i sindaci ad accogliere gli immigrati, si è detto allarmato per le cifre relative ai nuovi arrivi di profughi sul territorio nazionale, e ha chiesto un impegno deciso da parte dei rappresentanti di Governo nell'affrontare in modo efficace l'accoglienza. Uno dei punti toccati dal presidente della Provincia è stato quello dei tempi per il riconoscimento dei rifugiati: Soranzo ha ribadito la necessità che siano abbreviati e certi, con un massimo di 9 mesi per coprire l'intero iter di riconoscimento. Il sindaco di Monselice, Francesco Lunghi, ha sottolineato come la maggior parte dei Comuni del Padovano siano "di piccole dimensioni, e quindi abbiano grosse difficoltà ad integrare i nuovi arrivati". Il sindaco di Piazzola sul Brenta, Enrico Zin, ha sottolineato il "silenzio assordante delle istituzioni rispetto a questa emergenza, a fronte di una solidarietà tra sindaci che dimostra l'impegno e la grande determinazione nel desiderio di risolvere i problemi presenti nei loro territori".

I PARLAMENTARI VENETI. Tutti i rappresentanti di Governo hanno ribadito che comunque le alternative rimangono o la creazione di hub o l'accoglienza diffusa, per affrontare una situazione emergenziale oggettiva e contingente. Il problema degli immigrati, che in un primo momento sembrava soltanto italiano, adesso è diventato europeo, e quindi sono stati previsti anche nuovi interventi finanziari per sostenere le amministrazioni che offrono accoglienza. Per quanto riguarda i tempi burocratici d'esame delle richieste d'asilo, la burocrazia deve certamente essere snellita magari ricorrendo, se fattibile, anche al Tribunale del riesame per accorciare i lunghissimi periodi d'attesa. 

SORANZO. Il presidente Soranzo ha infine sottolineato che i sindaci non hanno competenze in tema d'immigrazione e ribadito: "Chiediamo con forza, a chi ha il potere di farlo, d'impegnarsi per intervenire con provvedimenti urgenti per affrontare un problema che compete soltanto al Governo. Stiamo affrontando quotidianamente le criticità nate nei nostri territori dalla presenza dei profughi, chi ha le competenze deve quindi intervenire in tempi brevissimi per legiferare in materia".

L'INCONTRO CON ALFANO. È durato oltre un'ora, nel pomeriggio, l'incontro con il ministro Angelino Alfano. "Alfano ci ha anticipato che la quota di migranti destinati al nostro Paese dovrebbe diminuire sensibilmente - ha dichiarato Soranzo - allo stesso tempo, ci ha garantito maggior attenzione nei confronti della sicurezza da assicurare ai territori, dichiarando che i richiedenti asilo a cui non sia stato riconosciuto lo status di rifugiati verranno controllati in modo più attento, e garantendo che i soggetti pericolosi verranno trattenuti nei diversi Cie presenti sul territorio nazionale". Nessun dettaglio è stato invece dato dal ministro sul tipo di accoglienza programmata, se hub o diffusa: Alfano si è limitato a parlare di "distribuzione più equa". "Come sindaci era il massimo che potevamo ottenere - ha concluso Soranzo - adesso ci attendiamo che il Governo faccia la sua parte come promesso".

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