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Salta la giunta Bitonci, danno le dimissioni 17 consiglieri: il primo cittadino cade

La notizia di venerdì sera poco prima di mezzanotte: con una lettera consegnata al notaio in massa i consiglieri hanno lasciato solo il sindaco. Ora il commissariamento

Anche il leader del Carroccio Matteo Salvini all'ultimo ha cercato di salvare il salvabile, ma alla fine il sindaco Massimo Bitonci è stato lasciato solo.

LE DIMISSIONI DI MASSA. La notizia è di venerdì sera poco prima di mezzanotte: diciassette consiglieri hanno rassegnato le loro dimissioni al notaio e la giunta è quindi caduta. Per legge, il consiglio comunale viene sciolto se si dimette contestualmente la metà più uno dei componenti. In questo caso, 17 su 32 consiglieri. Davanti al notaio si sono presentati per sottoscrivere l'atto formale i consiglieri di Pd, M5S, Forza Italia, Padova 2020, e altri che dai gruppi della maggioranza erano già passati al gruppo misto. Ora spetterà ad un commissario prendere in mano la situazione.

L'ESCALATION. L'epilogo è arrivato al termine di un lungo scontro interno alla maggioranza, soprattutto tra Lega e Fi. Alla base della debacle, avvenuta neanche a metà mandato, una progressiva disfatta della maggioranza, che ha visto andarsene più recentemente il consigliere Riccardo Russo - che ora si è preso la rivincita, pubblicando sui social la massima "Chi semina vento raccoglie tempesta" - nonché, nei mesi precedenti, il ritiro delle deleghe all'assessore Alessandra Brunetti prima e a Stefano Grigoletto poi. La goccia che ha fatto infine traboccare il vaso, negli ultimi giorni, le incomprensioni tra l’assessore alla Sicurezza, Maurizio Saia, e il comandante della polizia locale, Antonio Paolocci. Una frattura che sembrava recuperabile a detta dello stesso sindaco e che invece ha fatto innescare il processo distruttivo a palazzo Moroni. 

BITONCI. Nel primo pomeriggio di sabato, le prime dichiarazioni di Bitonci, dopo la "caduta": "Sicuramente mi ripresenterò alle prossime elezioni comunali a Padova, ma questa volta senza i traditori". Poi, parlando da Firenze (guarda il video) dove partecipa all'iniziativa promossa dalla Lega Nord contro il referendum, ha aggiunto: "La considero una congiura di palazzo per alcune parti e anche una spinta politica dovuta alla manifestazione di oggi, per la visibilità di una manifestazione così importante. Forse si voleva dare un segnale...". "Sia a livello nazionale sia locale - ha proseguito Bitonci - è chiaro a tutti che ci sono due Forze Italia, così è a Padova, così è da altre parti. Quindi il tema è andare d'accordo con la Forza Italia che vuole stare all'opposizione di Renzi. Invece, i traditori che vogliono supportare questo governo e magari il sì al referendum vanno mandati a casa".

IL VIDEO: Bitonci: "Queste 'porcate' si fanno di notte: capisco il Pd e il M5S, ma non Fi"

LE PAROLE DI SALVINI. Venerdì era intervenuto in extremis proprio Matteo Salvini, parlando chiaramente: "​Se davvero due consiglieri di Forza Italia pensano di mandare a casa il sindaco di Padova Massimo Bitonci vuol dire schierarsi contro tutta la Lega e mettere in discussione le alleanze a ogni livello". 

E DI GHEDINI. Anche il senatore di Fi, Niccolò Ghedini, legale di Silvio Berlusconi, con una nota, venerdì sera, prima della disfatta finale, aveva tentato un intervento distensivo: "Se fossero veritiere le notizie della volontà di alcuni consiglieri di Forza Italia di sfiduciare il sindaco di Padova Massimo Bitonci si tratterebbe di un grave errore politico. Al di là di ogni contrapposizione, delle ragioni o dei torti, questo è il momento dell’unità del centro destra per affrontare tutti insieme la battaglia del no al referendum. È doveroso da parte di tutti i parlamentari veneti del centro-destra - aveva concluso - di rivolgere un appello al buon senso agli eletti di Forza Italia nel comune di Padova e alla dirigenza del partito per evitare una frattura che sarebbe francamente incomprensibile per il nostro elettorato".

I FEDELISSIMI. Intanto, arrivano le prime reazioni. Tra i fedeli sostenitori dell'ex sindaco, l'assessore al Pronto intervento cittadino, Alain Lucian, che lo difende: "Conosco Massimo Bitonci da 20 anni, tante le battaglie fatte assieme, un uomo di valori assoluti, il miglior amministratore che la città abbia avuto, un uomo instancabile, ma il valore che assolutamente lo contraddistingue è l'onestà, perla assai rara, visto ciò che sta accadendo. Lo ringrazio per aver coronato il sogno della mia vita, servire la mia città e tutti i cittadini Padovani. È stato un onore avervi servito con il massimo impegno giorno dopo giorno. Luciani Alain assessore Pronto Intervento Cittadino. E ora padovani, sosteniamo il nostro sindaco al trionfo delle prossime elezioni. Sui cadaveri dei Leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto, ma i Leoni rimangono Leoni e i cani rimangono cani".

LA VICE MOSCO. Anche la vicesindaco, Eleonora Mosco, di Forza Italia, è rimasta fedele al primo cittadino e, dal proprio profilo Facebook, rilascia questa dichiarazione: "Ringrazierò sempre il sindaco per avermi dato l'opportunità di scoprire che in politica esiste un 'giardino di fiori' in mezzo ad un 'giardino di letame' che in questi anni ho conosciuto a livello locale e di cui mi vergogno profondamente. Da sempre e per sempre dalla parte dell'onestà, della lealtà, della correttezza morale e politica. Grazie per questa straordinaria esperienza di vita prima che amministrativa, grazie agli straordinari e onesti colleghi di viaggio di giunta e consiglio. Marin, Furlan, Bianzale e Pasqualetto - si rivolge infine ai colleghi di partito che hanno avvallato la caduta di Bitonci - 
se ne assumeranno le responsabilità davanti ai padovani e a Padova. Ora mi aspetto che Forza Italia prenda tutti i provvedimenti necessari e urgenti per tornare a dare nuova linfa, credibilità e dignità al partito nei confronti degli elettori, e dei cittadini. Più forti e determinati di prima, pronti alla prossima battaglia!".

LE REAZIONI DEL PD. Massimo Bettin del Pd, inneggia invece sui social: "Bitonci non è più Sindaco di Padova. Per me è stata un'esperienza bella, fatta a servizio della città, chiusa con quello che considero un atto di responsabilità per superare una gestione inaccettabile e rischiosa per tutta la comunità, liberandola dai legacci di un arroganza bieca. L'implosione dell'ex maggioranza testimonia purtroppo l'incapacità di questo Sindaco e questa Giunta: l'impossibilità di proseguire con dignità, trasparenza e concretezza l'azione amministrativa a servizio delle persone. Personalmente voglio ringraziare i colleghi consiglieri, chi mi è stato vicino, gli amici di sempre. C'è tanto lavoro da fare, insieme".

LE REAZIONI DEL M5S. Esultano i Cinque stelle: "Abbiamo liberato Padova, un’Amministrazione bloccata su sé stessa sui suoi litigi interni non era in grado più di dare le risposte che Padova attende – spiega il consigliere comunale M5S Giuliano Altavilla - opere ferme al palo, un consiglio comunale trasformato in uno stadio di tifosi litigiosi. Abbiamo preso atto che la maggioranza non c'è più formalmente mentre la maggioranza dei cittadini ormai aveva già abbandonato il leghista di Cittadella. Ha fallito Ivo Rossi, ha fallito questo sindaco ed è venuto il tempo di portare il 5 stelle al governo della città. Abbiamo fatto esperienza e ci siamo, la gente ci chiede di prendere in mano Padova. Il giorno di San Martino verrà ricordato come il giorno della liberazione di Padova”. "Finalmente Bitonci potrà tornare a casa sua, nella sua Cittadella – gli fa eco la consigliera comunale M5S Francesca Betto – Padova è finalmente liberata. La nostra città merita di più, i cittadini meritano che Padova riparta e che un’Amministrazione buona operi a favore di tutti”. “Bitonci è stato mollato dalla sua stessa maggioranza, la politica è fatta anche di questi giochetti – conclude Jacopo Berti, consigliere regionale M5S - lui e la Lega hanno umiliato Padova con ordinanze che hanno messo in ridicolo la nostra splendida città".

LE REAZIONI DI IDV. “L'ex sindaco di Padova Bitonci ha raccolto il frutto di quello che ha seminato in questi due anni di amministrazione: divisioni, contrapposizioni, propaganda, autoritarismo, incapacità politica - si legge in una nota di Antonino Pipitone Segretario Regionale dell’ Italia dei Valori Veneto e Giorgio Peretti Segretario Provinciale Idv Padova - E' la crisi politica non solo di Bitonci ma anche di chi lo ha prima sostenuto (come FI e Destra, ex assessore Saia compreso), poi condiviso scelte sbagliate per la città (dall'affossamento definitivo del progetto per il  Nuovo Ospedale,  alla incomprensibile decisione di costruzione un  Nuovo Stadio di calcio nel quartiere Arcella, il più popoloso e popolare  di Padova, al decadimento delle scelte culturali,al problema sicurezza sempre più grave  in alcune zone della città) e infine fatto cadere per eccesso di autoritarismo. Adesso tocca a noi trovare unità politica attorno ad un progetto comune che faccia tornare Padova grande e che dia ai cittadini una  prospettiva ampia in merito alle scelte di sviluppo economico e sociale, crescita culturale, solidarietà e ricchezza per la comunità cittadina".

LE REAZIONI DELLA LEGA. "Con quanto è accaduto a Padova, cambieranno completamente i rapporti tra la Lega Nord e Forza Italia". Così Gianantonio Da Re, segretario nazionale della Liga Veneta, che sta accompagnando a Firenze migliaia di militanti del Veneto. "La caduta della Giunta comunale di Padova è una manovra chiaramente voluta e diretta all'esterno e Fi ne dovrà render conto", aggiunge Da Re, annunciando che domenica mattina sarà convocato d'urgenza a Padova il consiglio direttivo nazionale, in cui saranno assunti i primi provvedimenti. "E' certo, in ogni caso, che Bitonci si ricandiderà a sindaco di Padova". 

ZAIA. Una "brutta pagina di storia", perchè "non esistono giustificazioni per chi, dalla maggioranza, si dimette per mandare a casa il suo sindaco". Così il presidente leghista del Veneto, Luca Zaia, ha commentato le dimissioni dei consiglieri comunali a Padova che porteranno alla caduta del sindaco Massimo Bitonci. "Negli scenari che uno può immaginare questo è il caso peggiore. Noi amministratori siamo eletti per realizzare il programma: dibattiti interni devono servire per questo, è inaccettabile mandare a casa un sindaco così", ha aggiunto. "Abbiamo già i motori accesi per Verona", ha continuato, "ora li useremo anche per riportare Bitonci a fare il sindaco di Padova". Una scelta dovuta anche perché quanto successo "è inconcepibile non solo per la politica ma anche per i cittadini, che erano contenti del loro sindaco. Il conto di questo disastro qualcuno lo dovrà pagare", ha concluso.

BERLUSCONI. "È fondamentale che tutti noi lavoriamo insieme perché ciascuno di noi ha una funzione importante da svolgere". Lo ha scritto Silvio Berlusconi in un messaggio a Stefano Parisi, letto all'apertura della convention di Padova "Megawatt Tour", sabato mattina, sollecitando la costituzione di uno "schieramento di moderati vincente". Convinto che Renzi perderà le votazioni del 4 dicembre, Berlusconi ha detto che "dopo il referendum si dovrà andare alle urne con una legge elettorale ragionevole e possibilmente condivisa e dare il via ad un vero percorso di riforme". "Di fronte ai risultati di Renzi e alla palese incapacità di governare del M5S - ha aggiunto - toccherà a noi proporre al Paese un'offerta politica di qualità, un progetto di governo serio, credibile e responsabile".

DONAZZAN. "Bitonci stava risanando Padova e chi l'ha fatto cadere ha tradito il mandato degli elettori", il commento di Elena Donazzan, assessore regionale di Forza Italia al lavoro, già presidente della Provincia di Padova.

CECILE KYENGE. Sulla vicenda è intervenuta anche l'eurodeputata Kyenge (S&D-PD) che ha affermato: "Padova era la città più grande governata dalla Lega. Dedicare il proprio tempo a dividere e seminare odio non è governare, non è mai un buon servizio per i cittadini. Di Padova e d'Italia. Ora Padova e i padovani hanno l'occasione di voltare pagina, credo senza rimpianti".

CONFINDUSTRIA. "La maggioranza a palazzo Moroni si è assunta una responsabilità gravissima - così il presidente di Confindustria Padova, Massimo Finco, sulla crisi - Il sindaco Massimo Bitonci ha commesso errori e non ha colto i segnali di disagio e l’invito costruttivo al confronto e al dialogo espressi da larghe componenti del mondo imprenditoriale e della società civile. Ma la sua maggioranza si è assunta una responsabilità gravissima aprendo la crisi politica. Consideriamo l’interruzione traumatica della consiliatura, in corso di mandato, una iattura per Padova e per i suoi cittadini".

APPE. "Non esprimiamo giudizi di tipo politico – il commento del segretario dell’Appe, Filippo Segato – che non ci riguardano e non ci interessano. Vogliamo però che non vada disperso quanto di buono è stato fatto, anche grazie alla nostra collaborazione, in questi due anni e mezzo di governo”. Il riferimento di Segato è soprattutto al regolamento sulla “patente a punti” nei locali del centro di Padova.

BITONCI: "QUESTE 'PORCATE' SI FANNO DI NOTTE; CAPISCO IL PD E IL M5S, MA NON FI". GUARDA IL VIDEO:

BITONCI: "MI RICANDIDO". GUARDA IL VIDEO:

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