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Cronaca

Test di Medicina 2016, proteste contro il numero chiuso. Zaia: "È incostituzionale"

L'esame preliminare, che ogni anno vede sui banchi di prova gli aspiranti camici bianchi (circa 62.700 candidati per 10.132 posti disponibili), è anche, puntualmente, l'occasione per protestare contro il numero chiuso all'università

Martedì 6 settembre 2016. È il giorno dei test per l'accesso alla facoltà di Medicina. L'esame preliminare, che ogni anno vede sui banchi di prova gli aspiranti camici bianchi (quest'anno, circa 62.700 candidati per 10.132 posti disponibili), è anche, puntualmente, l'occasione per protestare contro il numero chiuso all'università. Contro il fatto che un quiz a crocette possa realmente stabilire chi abbia le potenzialità per affrontare con successo un corso di studi.  

LA PROTESTA DEGLI STUDENTI. "Questa notte abbiamo ribadito la nostra contrarietà al numero chiuso con un blitz al ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca a favore del libero accesso ai saperi. Oggi siamo in tutti gli atenei per presentare la nostra guida al test sicuro e per offrire assistenza agli studenti. Dal primo giorno". Si legge sulla pagina Facebook di Studenti Per Udu Padova.

ZAIA CONTRO IL NUMERO CHIUSO. Alla protesta degli studenti si accompagna il "no" al numero chiuso da sempre professato dal presidente della Regione del Veneto Luca Zaia: "Errare è umano, perseverare diabolico - afferma il Governatore - anche quest’anno solo un candidato su sei potrà accedere alle facoltà di Medicina. Lo farà indovinando le crocette di un quiz. Gli altri cinque invece non potranno dimostrare sul campo il loro valore studiando, dando esami, cioè facendo veri test. È ingiusto, miope, discriminatorio, pericoloso perché assegna di fatto al caso la decisione su chi diventerà medico".

LE PAROLE DEL MINISTRO. "Ricordo un Ministro che, il 21 maggio 2014, in piena campagna elettorale per le Europee, venne a Padova a dire che il numero chiuso sarebbe stato abolito - aggiunge Zaia. Esultai con riserva e purtroppo la riserva era fondata: quella captatio benevolentiae in un tempio dello studio universitario è rimasta lettera morta, sepolta dentro all’ultimo cassetto dell’immancabile commissione tecnica, istituita per individuare il metodo alternativo migliore". Il riferimento è al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, che, nel capoluogo euganeo, espresse l'intenzione di introdurre nuove regole per l'accesso all'università, in particolare attraverso l'eliminazione del numero chiuso e test d'ingresso alla facoltà di Medicina.

IL BUSINESS DEI CORSI DI PREPARAZIONE AL TEST. "Più di due anni dopo - fa notare Zaia - ci risiamo, anzi, stiamo peggio di prima, perché sono aumentati i candidati e diminuiti i posti disponibili. L’Italia sta per fare la fine dell’Inghilterra, dove questo sistema è pesantemente fallito e dove si devono importare medici e infermieri dall’estero, anche dal Veneto, e si mandano i referti per via telematica dall’altra parte del mondo per farli valutare. Ultimo aspetto, ma per gravità di certo non l’ultimo - conclude Zaia - il business dei corsi di preparazione al test, che possono arrivare a costare anche duemila euro. Vale a dire: chi può paga e si prepara; chi non può si affida al destino o rinuncia in partenza. Invece che abolire i quiz si è abolito il diritto costituzionale allo studio per tutti".

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