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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Giordani e Lorenzoni dicono No al Plebiscito: "Simbolo della malagestione Bitonci"

Prima conferenza stampa dopo l'accordo in quello che da loro è stato definito luogo simbolico delle bugie e degli sprechi della passata amministrazione:"Quelli che ricomincerebbero dopo il 25 giugno se non torniamo tutti a votare per garantire a Padova un futuro di cambiamento, crescita, attenzione e azioni concrete"

Sergio Giordani e Arturo Lorenzoni, dopo aver ufficializzato l'accordo in vista del ballottaggio del 25 giugno prossimo,  giovedì mattina hanno una conferenza stampa davanti allo stadio Plebiscito, quello che loro hanno definito come il simbolo della mala gestione amministrativa della giunta dell'ex sindaco - sfiduciato dai suoi stessi consiglieri - Bitonci.

TRASFORMAZIONE. Entrambi hanno voluto sottolineare da un lato i danni che la trasformazione del Plebiscito in stadio per il calcio porterebbe al quartiere oltre che a tutta la città, dall'altro il differente approccio con le necessità dei cittadini che avranno fin dal 26 giugno: ascolto, partecipazione, attenzione allo sport di base, all'ambiente, alla qualità della vita nei quartieri.

SIMBOLO BUGIE. "Abbiamo scelto di svolgere la nostra prima conferenza stampa da questo luogo simbolico delle bugie e degli sprechi di Bitonci. Quelli che ricomincerebbero dopo il 25 giugno se non torniamo tutti a votare per garantire a Padova un futuro di cambiamento, crescita, attenzione e azioni concrete - ha sottolineato Sergio Giordani con al fianco Arturo Lorenzoni - Questo luogo rappresenta la tassa da 10 milioni di euro che Bitonci imporrebbe a tutte le famiglie di Padova, 10 milioni sottratti allo sport dei nostri ragazzi, all’attenzione ai quartieri, alla manutenzione, al sociale, alla sicurezza e alla lotta al degrado".

DISAGI. Lo spreco, ha sottolineato Sergio Giordani non si limiterebbe alla semplice spesa per lo stadio: "I 10 milioni di questa tassa, poi, raddoppieranno perché oltre alla spesa necessaria il Plebiscito, si devono sommare i disagi in termini di traffico, smog e salute di tutti noi padovani. Questo progetto sciagurato produrrebbe un solo effetto: affossare definitivamente un quartiere che, invece, ha bisogno di cura, attenzione e rilancio. È inconcepibile che Bitonci e i suoi aumentino i costi di utilizzo delle strutture sportive stritolando decine e decine di società importanti che garantiscono il diritto allo sport ai nostri figli, ai nostri anziani e che costituiscono un presidio indispensabile di educazione, valori, socialità e salute per ciascuno di noi, soprattutto nei quartieri".

TASSA BITONCI. "La “Tassa Bitonci” - spiegano - oltre ai 10 + 10 milioni per il Plebiscito priverà le famiglie padovane del diritto di fare sport. A causa dell’incremento delle tariffe, infatti, iscrivere per esempio il proprio figlio ad una società sportiva costerà centinaia e centinaia di euro l’anno sempre che la società sportiva stessa sopravvivrà a questa sciagurata manovra: "Io sono un uomo pragmatico e il conto lo faccio molto velocemente: la tassa Bitonci costerà più di 500 euro a famiglia".

GESTIONE IMPIANTI. "L’idea che l’amministrazione investa in un impianto di questo tipo è fuori dal tempo – sottolinea Arturo Lorenzoni – Per un grande stadio gli investimenti devono arrivare dai privati. Le risorse pubbliche devono andare per lo sport di base, che ha una funzione sociale fondamentale per l’integrazione e la sicurezza nei quartieri. Investire su questo spazio per portarci il calcio, sacrificando altri sport, significa far morire un’area. Ci sarebbero disagi in occasione delle partite, consumo di suolo per i parcheggi, traffico. Durante la settimana invece, senza sport di base, mancherebbe un punto di riferimento aggregativo importante. La nostra linea per la gestione degli impianti sportivi è radicalmente opposta. Anche le procedure delle gare di assegnazione non possono andare contro le società di base del territorio, che sono delle realtà importantissime che non possiamo rischiare di perdere. Dobbiamo invertire la politica: il denaro può essere investito per favorire l’attività dei giovani e non per costruire una cattedrale nel deserto".

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