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Cronaca

Autista picchiato in servizio, l'azienda di trasporti locale gli nega la tutela legale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Riceviamo e pubblichiamo:

Un esagitato lo ha aggredito selvaggiamente durante il turno di lavoro, è finito in ospedale, è rimasto in infortunio due mesi. La "sua" azienda gli ha dato tante pacche sulle spalle e gli ha promesso l'assistenza legale, ma prima del processo si è rimangiata la parola. A rendergli giustizia sarà Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, a cui si è rivolto.

Sono stati giorni di profonda amarezza, gli ultimi, per Marzio Minorello, quasi quanto quelli vissuti poco meno di tre anni fa quando l'oggi 51enne conducente dell'Actv, residente a Brugine, nel Padovano, è rimasto vittima di una tanto assurda quanto violenta aggressione che allora destò vasta eco nell'opinione pubblica, e che oggi torna quanto mai di attualità, anche alla luce della recrudescenza del fenomeno, con i recenti, numerosi episodi di violenza ai danni di autisti e le lavate di scudi da parte dei sindacati per la scarsa sicurezza del personale.

Il grave fatto si consuma il 20 agosto 2013. Minorello sta guidando un autobus autosnodato della linea 6 Spinea-Venezia partito alle 21.10 quando, giunto in via Paleocapa a Marghera, si "permette" di suonare il clacson per attirare l'attenzione del proprietario di un Ducato che, male parcheggiato in mezzo alla strada, impedisce al pullman di passare. M. S., 43 anni, di Spinea, che si trova in un bar vicino, e che poi si scoprirà avere anche vari precedenti penali, anziché scusarsi e spostare il veicolo, visibilmente alticcio prende a pugni la portiera del bus e la cabina del conducente, offendendolo pesantemente e giurandogli di fargliela pagare. Non contento, dopo essersi dileguato, mette in atto le sue minacce.

Segue Minorello, che dopo aver riferito i fatti alla Polizia, intervenuta sul posto, continua regolarmente il suo turno, aspetta che arrivi a Piazzale Roma con la corsa del Catene-Venezia, che scenda dal bus e che si diriga verso la saletta degli autisti dietro la biglietteria, e qui, lungo il breve percorso a piedi, alle 22.45, gli tende un vile agguato, cogliendolo alle spalle e sferrandogli un violento pugno sulla nuca. Il malcapitato cade rovinosamente in avanti e solo la sua prontezza di riflessi nell'evitare altri colpi e l'intervento di un passante scongiurano un pestaggio. Minorello, malconcio, viene trasportato in ambulanza all'ospedale dell'Angelo dove gli riscontrano un trauma cranico, cervicale e al braccio destro per una prognosi di diversi giorni. Dovrà portare a lungo il collare e rientrerà al lavoro soltanto 64 giorni dopo.

L'autista sporge denuncia querela al Commissariato di Venezia nei confronti del suo aggressore che, grazie al numero di targa fornito dallo stesso Minorello, viene presto individuato: lo fa proprio su consiglio dell'azienda, più precisamente dell'allora capo del servizio automobilistico, Paolo Dalle Carbonare, il quale gli annuncia che anche Actv procederà nei confronti di M. S. per interruzione di pubblico servizio: lo Spinea-Venezia, a causa del primo "show", aveva accumulato un ritardo di 20 minuti.

Di più, il presidente Actv in persona, Luca Scalabrin, oltre a esprimere solidarietà al suo dipendente e l'apprezzamento per non aver reagito alle provocazioni ed essersi comportato in modo impeccabile in quella delicata situazione, gli promette che l'azienda gli darà una mano durante il processo e gli fornirà l'assistenza legale, anche alla luce del fatto che l'aggressione è avvenuta in orario di servizio.

Quando però arriva il momento del rinvio a giudizio del 43enne spinetense da parte della Procura di Venezia, per i reati di ingiurie, minacce e lesioni, oltre che di interruzione di pubblico servizio, con fissazione dell'udienza l'11 maggio 2016, e quando Minorello ricorda all'azienda la promessa che gli aveva fatto, si ritrova di fronte ad un clamoroso voltafaccia.

"Cinque giorni prima dell'udienza, dopo due mesi in cui tentavo inutilmente di parlarci, il Presidente Luca Scalabrin mi ha liquidato dandomi il numero del legale dell'azienda. Con grande amarezza, dopo una telefonata in cui mi sono sentito preso in giro e deriso, l'avvocato mi ha risposto che l'azienda non può fornirmi assistenza legale perché, nel mio caso, avendo perfettamente ragione, potrei trarre un vantaggio economico da questo processo, e dunque non è giusto che Actv mi faccia prendere dei soldi a sue spese. Dovevo arrangiarmi con i miei mezzi - lamenta Minorello - Mi sono sentito abbandonato e tradito da un'azienda senza scrupoli. Quel giorno alla guida del mezzo non c'ero solo io ma l'Actv: quando sono in divisa ritengo che quello sia il mio ruolo, rappresentare l'azienda, e dunque resto convinto che l'assistenza legale mi fosse dovuta. Per un lungo periodo ho sofferto di emicranie e disturbi al collo, per non parlare delle notti insonni e della paura a prestare servizio nelle ore notturne e nelle linee dove ho avuto la sfortuna di incontrare quel criminale. E se poi vogliamo metterla sul lato economico, nei 64 giorni d'infortunio ho percepito uno stipendio decurtato, senza contare le spese che ho dovuto sostenere per i cicli di terapie riabilitative. E' triste, ma alla fine il danno più grande l'ho subìto più dall'azienda e dai suoi dirigenti, che dal criminale che mi ha malmenato. L'unico di Actv che ha fatto davvero qualcosa per me, e che ci tengo a ringraziare, è Damiano Rigon, il funzionario che era in servizio la sera dell'aggressione a Piazzale Roma, che mi ha soccorso e accompagnato all'ospedale e che mi è stato vicino tutta la notte".

Minorello quindi, per ottenere giustizia, attraverso il consulente Massimiliano Golin si è rivolto a Studio 3A, che si farà carico dell'assistenza legale nel procedimento contro il suo aggressore: l'udienza è stata rinviata al 22 giugno.

Ma non solo. "Ci rivarremo anche nei confronti di Actv - conclude il Presidente di Studio 3A, dott. Ermes Trovò - Non è accettabile che un'azienda non solo non assicuri la sicurezza sul posto di lavoro ai suoi dipendenti, ma li abbandoni a se stessi, oltre che negli autobus, anche nel lungo iter giudiziario che devono seguire per fatti di violenza legati esclusivamente alla loro occupazione". Un'azione che potrebbe aprire un precedente anche per i tanti autisti o controllori che in questi anni, e in questi ultimi mesi, sono rimasti vittima di aggressioni durante il servizio.

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